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«Non vi sono immobilità in natura. L’universo è fluido e volatile – la stabilità non è che una parola relativa»

(R.W. Emerson)

Siamo immersi nella circolarità, in un movimento incessante a cui tutte le cose partecipano.

Anche Dio è circolare con “il centro ovunque e la circonferenza in nessun luogo”, come diceva Sant’Agostino.

L’uomo partecipa a questa circolarità prima di tutto con gli ingranaggi della propria mente. Meccanismi imperscrutabili, fatti di incastri e sovrapposizioni, con la predominante forma a cerchio che collega e aziona.

La vita degli uomini è il sovrapporsi di cerchi concentrici.

Un sogno guida la mano dell’uomo in un gioco di apparizioni e nascondimenti, di linee parallele e di intrecci. È il motore che ne scaturisce, così che il movimento diventi perpetuo e inarrestabile.

Le macchine sono l’oggettivazione del nostro pensiero, lo specchio della natura con la sua potenza.

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